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Shopping online: da oggi si acquista in tutta Europa senza limitazioni ​

L’Europa abbatte un’altra frontiera, quella degli acquisti online. Dal 3 dicembre, infatti, entra in vigore il nuovo regolamento Ue che mette fine al Geoblocking, quella serie di restrizioni allo shopping via internet che interessano chi risiede in un Paese diverso dal venditore o usa una carta di credito emessa da un altro stato. Ciò significa che i grandi gruppi non potranno più reindirizzare i clienti né rifiutarsi di vendere le offerte promozionali presenti su una delle loro pagine nazionali a persone che si collegano da altri stati dell’Unione. Una rivoluzione paragonabile soltanto a quella della liberalizzazione del roaming, che consente di telefonare o accedere alla connessione dati con la propria tariffa nazionale in tutta Europa. 

Andrus Ansip, vicepresidente della Commissione Ue per il mercato unico digitale, spiega cosa significa questo cambiamento in termini economici e sociali: «Vogliamo un’Europa senza barriere, e questo vuol dire anche eliminare gli ostacoli agli acquisti online. Nel 2015 il 63% dei siti non consentiva agli utenti di effettuare acquisti da un altro Paese dell’Ue, di conseguenza due terzi dei consumatori che volevano fare acquisti online all’estero non hanno potuto farlo. Il 3 dicembre mettiamo fine a questa pratica». Tradotto in numeri, si stima che il mercato dell’e-commerce europeo dovrebbe raggiungere entro il 2018 un giro d’affari da 602 miliardi di euro, secondo i dati del portale Ecommerce news, mettendo a segno un rialzo del 13% rispetto al 2017.

D’ora in avanti, quindi, si potrà acquistare senza problemi in tutta Europa i beni fisici come abbigliamento, accessori o prodotti tecnologici, senza che il venditore possa rifiutarsi di consegnare in un Paese diverso dal proprio. L’azienda è obbligata a trovare un accordo con il cliente, che può ritirare l’acquisto direttamente dal commerciante o in una località coperta dal suo servizio spedizioni.

Le nuove regole, tuttavia, hanno ancora delle restrizioni. Non possono, infatti, essere applicate a prodotti audiovisivi e coperti da copyright come e-book, musica, videogiochi e software. Per queste categorie resta valido il principio della territorialità, regolato da norme sulla portabilità dei contenuti in vigore dallo scorso aprile. La Commissione Ue però annuncia novità in vista del 2020, con la possibilità di mettere fine al geoblocking anche per musica, e-book, videogiochi e software.