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Presidenza Ato, Pd: "Calpestati gli accordi, interlocutori inaffidabili"

"Quanto accaduto in sede di elezione del Presidente dell’Ato Rifiuti di Avellino rappresenta un punto di non ritorno nei rapporti di coalizione che come Partito Democratico abbiamo ostinatamente provato a tenere in piedi. Quanto accaduto è gravissimo dal punto di vista istituzionale ancor prima che politico, inaccettabile sotto il profilo delle relazioni tra partiti che si definiscono alleati e che dovrebbero essere improntate a lealtà e trasparenza. E’ utile a questo punto sottolineare come la nostra consistenza numerica ci avrebbe dato la possibilità di presentare una lista autonoma e quindi di eleggere con la stessa autonomia il presidente. Non lo abbiamo fatto proprio in ossequio ad una logica di coalizione”.  E’ quanto si legge in una nota della Federazione provinciale del Partito Democratico di Avellino.
“All’Ato Rifiuti – si legge ancora - così come all’Ente Idrico Distretto Calore Irpino era stato siglato un accordo che ha rappresentato l’unico presupposto politico per la presentazione in entrambi i casi di liste unitarie. Se all’Ente Idrico il Pd ha rispettato in pieno l’intesa – conferma ne è stata la presentazione di una candidatura unica al vertice – all’Ato Rifiuti abbiamo dovuto registrare il mancato rispetto dell’accordo così come testimoniato dalla formalizzazione di più candidature alla presidenza. E così la politica ha lasciato il posto ai sotterfugi, ai giochetti di potere, alle ripicche, alla sete di vendetta”.
“Rispetto a questa vicenda - così conclude la nota -  il Partito Democratico non può che esprimere parole di condanna. Questo episodio sancisce una divaricazione profonda nei rapporti con quelle forze politiche che, ancora una volta, hanno dimostrato la loro assoluta inaffidabilità, inaffidabilità non nuova ma che oggi diventa intollerabile. E’ nostro dovere adesso assumere una posizione che sia di tutela di un ente strategico per il nostro territorio provinciale a cui è affidata la programmazione e l’organizzazione di un servizio di primaria importanza per il quale non sono consentite fragilità amministrative o, peggio ancora, zone d’ombra”.