Pizzorno ricorda John Lewis, paladino Usa dei diritti civili
Un’altra fiamma dei diritti civili si è affievolita sulla terra per risplendere nell’eternità.
Sostenitore delle dignità degli afroamericani, Lewis è stato un esempio di sacrificio e resilienza nel perseguimento della “Giustizia Sociale”.
Nel 1963 fu uno dei Big Six che parteciparono alla Marcia su Washington per il lavoro e la libertà.
Poi nel 1965 fu il leader, insieme a 600 manifestanti, in un’altra marcia che successivamente prese il nome di “Bloody Sunday” attraverso il ponte Edmund Pettus Bridge a Selma, in Alabama. In quell’occasione la storia racconta che Lewis subí abusi di violenza dalle forze dell’ordine, riportando fratture al cranio. Nel 1977 scese in politica con il Partito Democratico, e successivamente fu nominato all’interno dell’amministrazione Carter per poi essere eletto nel consiglio comunale di Atlanta. Dopo il 1986 corse per il Senato dove è stato sempre rieletto. Leader del movimento per la non-violenza, si rese protagonista di coraggiose iniziative, come salire su autobus dedicati alle persone non di colore, con l’intento di combattere le politiche razziali.
L’umanità perde un pilastro nella lotta dei diritti civili e, sebbene figura meno nota in Italia rispetto a Martin Luther King, vorrei ricordarlo citando, l'articolo 1 della Dichiarazione universale dei diritti umani, in modo che il suo esempio di vita possa aiutare tutti noi a poter perseguire la felicità essendo "Uniti anche nelle Diversità".
Articolo 1.
“Tutti gli esseri umani sono nati liberi e uguali in dignità e diritti. Sono dotati di ragione e coscienza e dovrebbero agire l'uno verso l'altro in uno spirito di fratellanza”.