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Peppino va alla guerra, lunghi applausi per lo spettacolo del 99Posti

A cura di Youssef Marzullo 


"Peppino va alla guerra", a Torelli di Mercogliano lunghi applausi per il laboratorio teatrale


Grande ritmo teatrale e preparazione fino all'ultima battuta offerti sabato e domenica sera scorsi al teatro 99 posti di Mercogliano. 

Il gruppo a calcare il palco è stato composto dagli elementi inseriti nel laboratorio teatrale 99LAB. Ad essere proposto un adattamento dell'opera greca millenaria "Lisistrata" di Aristofane, con un adattamento originale dal titolo "Peppino va alla guerra". 

Ampio l'apprezzamento del pubblico in sala che non ha risparmiato applausi durante e al termine dei due spettacoli in programma. Non è mancato il momento di commozione generale quando al termine gli attori hanno sentito a pieno quanto sia stato gradito il loro lavoro. 

Un processo di preparazione, quello per approdare allo spettacolo finale, non certo privo di ostacoli e piccoli impedimenti naturali. Parliamo di persone con lavori spesse volte lontani dal mondo del teatro ma che inserendosi in laboratori del genere sentono le sue vibrazioni in costante crescita. Il lavoro laboratoriale del teatro 99 posti nell'ultimo anno ha abbracciato in modo ben calibrato l'aspetto formativo-pedagogico. "Peppino va alla guerra” è uno spettacolo andato in scena grazie all'incredibile energia di 16 persone che di fatto hanno condiviso un pezzo della loro vita. 



La commedia "Lisistrata" di Aristofane è stata rappresentata per la prima volta circa 2500 anni fa. L'obiettivo era proporla in chiave moderna inserendo elementi che si accostano ai nostri giorni, come un semplice smartphone e riferimenti più vicini a noi. Agli allievi del laboratorio, diretti magistralmente da Paolo Capozzo, è stato chiesto, quindi, di intendere e interpretare i loro personaggi in chiave contemporanea. Protagonisti le donne, vere e proprie eroine che per far cessare le ostilità della guerra in Grecia, sono pronte a negare ai loro mariti i dovuti rapporti sessuali. Si, perché nell'antica Grecia le donne erano soggiogate alla figura maschile, senza nessun tipo di opposizione da poter mettere in pratica. Adottare la scelta di dire no non è quindi impresa semplice. Nello spettacolo si vede tutto questo, i dialoghi sono studiati per strappare una risata ma allo stesso tempo per far riflettere. Ridere della guerra per esorcizzare la paura. Nel 2023 la guerra è purtroppo il pane quotidiano della scena internazionale e nonostante le evoluzioni tecnologiche proposte dal genere umano, chi non gira la testa dall'altra parte si accorge che sul fronte bellico per ora nulla è cambiato.


Gli scatti sono stati gentilmente concessi da Alfonso Di Nardo