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"Omaggio a Picasso", successo per la mostra ad Avellino

Grande successo e tanti visitatori per l'inaugurazione della mostra internazionale di arte postale "Omaggio a Picasso " al Bar Caffeoveggenza di Avellino . L'associazione ''Nel segno dell'arte '' ha aperto ufficialmente l'evento artistico, curato da Generoso Vella, con le opere di 318 artisti da 42 nazioni tutte originali e capaci di condurre nell'immenso universo artistico picassiano.
Numeri da record per un progetto nato in Irpinia e che fa conoscere il suo capoluogo in tutto il mondo diventando il crocevia di popoli e culture attraverso l'arte.
Una bellissima apertura che ha visto la partecipazione di diversi artisti, soprattutto da fuori provincia, e di appassionati d'arte richiamati da questa iniziativa che celebra il cofondatore del cubismo a 50 anni dalla sua morte.  
Il progetto è patrocinato da due organizzazioni artistiche estere " Encuentro de las Artes Plásticas" del Costa Rica e "Mujeres de la pintura en Aragua" del Venezuela. Questi invece i paesi da cui provengono le opere : Argentina, Australia, Austria, Azerbaijanaz, Belgio, Bielorussia, Brasile, Cile, Colombia, Costa Rica, Cuba, Ecuador, Egitto, El Salvador, Filippine, Francia, Germania, Giappone, Grecia, India, Irlanda, Italia, Messico, Panama, Perù, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, Serbia, Siberia, Singapore, Spagna,Taiwan,Thailandia,Turchia, U.S.A., Ucraina, Ungheria, Uruguay e Venezuela.
All'inaugurazione, ad affiancare il curatore, sono intervenute la dott.ssa Raffaella De Stefano con una relazione critica su Picasso e la prof.ssa Ilde Rampino con la lettura di due sue poesie.
«A Picasso - ha spiegato Vella - si attribuiscono tantissimi meriti: egli è stato l' inventore delle tecniche del collage e dell’assemblage, è l'artista che ripudia la guerra, le dittature e le violenze e mediante la sua pittura ha provato a comunicare con il proprio inconscio , cercando il vero se stesso e capendo cosa vuoi davvero dalla vita.
Il genio di Picasso sta proprio nel fare a pezzi la realtà, per esaltarne i suoi aspetti più semplici, per comprenderla meglio. Non era sua intenzione inventare nessuna corrente artistica, egli dipinge per un bisogno di liberarsi da sensazioni e visioni, quasi un prendere e un togliere da ciò che ci circonda. Ha indagato sull'uomo e l'universo attorno a lui modificando continuamente il suo punto di vista e la visione della realta' che non è mai statica ma in continuo movimento».
Una mostra che si sviluppa grazie al fenomeno della mail art ( o arte postale ) che «è una forma d’arte e un metodo di comunicazione, è il mezzo per dare inizio a legami in tutto il mondo, amicizie e mostre itineranti senza l’esigenza di grandi finanziamenti. La Mail Art ha come scopo la rivelazione pubblica e popolare dell’arte, uscendo dal mondo dei musei e delle gallerie per recuperare un rapporto con il territorio con la finalità di lasciare una testimonianza, una storia, un’esperienza, un’idea e superando ogni tipo di barriera» ha chiosato Vella.
Molto interessante anche l'intervento della dott.ssa Raffaella De Stefano che ha parlato di Picasso come « l’artista più discusso del Novecento e forse, dell’intera storia dell’arte. La sua arte è stata capace di rinnovarsi continuamente, assumendo forme anche apparentemente distanti tra loro, ma riuscendo in ogni momento a farsi rivoluzionaria. La storia della vita di Pablo Picasso è la storia di un talento che non si è mai accontentato, che non ha mai smesso di imparare, che non si è mai stufato di crescere e cambiare». La critica ha poi voluto focalizzare l'attenzione sulla visita dell'artista. nel 1917. a Napoli : «Il contatto con l’Italia avrebbe cambiato la sua visione artistica aprendola alle antiche culture del Mediterraneo come quelle di Greci ed Etruschi e all’interesse verso la ceramica, oltre a conferirle una discreta aura erotica. il nostro Bel Paese ha rapito Picasso e nelle due settimane trascorse a Napoli osserva una realtà dalla forza vitale sorprendente, fino a quel momento sconosciuta, e che reinterpreta nella sua Parade. Una grande tela - precisa la De Stefano - ovvero la scenografia di una rappresentazione teatrale nella quale curò anche i costumi. Oggi è considerata una vera e propria opera d’arte, la cui misura è 10,60 x 17,24 metri, in cui predominano il rosso e il verde, i colori che Picasso ebbe modo di ammirare durante le sue visite agli affreschi di Pompei .
In questo sipario, c'è la commedia dell'arte, la pittura dei grandi maestri italiani e l'equilibrio della classicità, ma dietro il sipario sembra celarsi anche l'inquietudine, una forza segreta e terribile che sta in agguato, nascosta dietro il trucco dei clown e la magia del circo».
A chiusura i ringraziamenti per l'ospitalità a Maurizio Caso Panzo e al suo bar, agli artisti presenti e al pubblico.