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Nuova Zelanda, l'Isis promette vendetta. "Il killer minacciato in carcere"

Dolore, rabbia e timore di ritorsioni in tutto il mondo per l'attentato alle moschee neozelandesi in cui sono morte 50 persone per mano del suprematista bianco Brenton Tarrant Mark Zuckerberg ha annunciato di aver rimosso da Fadcebook, solo nelle prime 24 ore, un milione e mezzo di video dell’attacco e di aver impedito che ne venissero caricati altri dal macabro contenuto. Ma i video sono trasmessi ripetutamente anche su YouTube, Twitter e Telegram.

La premier neozelandese, Jacinda Ardern, che ha incontrato le comunità musulmane, velandosi i capelli in segno di lutto e di rispetto, ribadisce l'impegno a cambiare le leggi sulle armi da fuoco. Alla Ardern ha fatto eco il primo ministro australiano, Scott Morrison: i social hanno cooperato con i governi fin dal momento in cui è emersa consapevolezza dell'attacco, ha detto, ma "dal punto di vista tecnologico hanno una capacità molto limitata" di intervenire in fatti analoghi a quelli di Christchurch, che hanno visto lo stragista diffondere il proprio pensiero e il suo folle attacco in diretta web.