Lamonica: "Pallacanestro sempre in fermento in Campania"
“E’ fondamentale che con la nuova gestione regionale, si sia riattivata tutta la macchina federale, compresa quella arbitrale. Come movimento, speriamo di avvicinare il maggior numero di ragazzi alla pallacanestro”.
Da luglio, Luigi Lamonica è Commissioner del Cia. Con questo incarico, avrà il compito di strutturare l’intero mondo arbitrale, dal punto di vista tecnico ed organizzativo.
In visita in Campania, abbiamo chiesto al Commissioner del Cia una valutazione sul movimento cestistico campano:
“La pallacanestro è sempre stata effervescente in Campania - dice Lamonica - Credo che sia importante che Napoli e Scafati siano tornate in serie A e che Caserta e Avellino esistano ancora. C’è grande attenzione per questo sport in questo territorio.
E’ fondamentale che con la nuova gestione regionale, rappresentata dal Presidente Caliendo, si sia riattivata dopo due anni di pandemia, tutta la macchina federale, compresa quella arbitrale. Come movimento, speriamo di avvicinare il maggior numero di ragazzi alla pallacanestro, in generale, ma anche al mondo arbitrale perché abbiamo bisogno di nuovi arbitri”.
In quest'ottica, di concerto con il Comitato Regionale FIP Campania unitamente al CIA regionale e al CIA nazionale, è stato promosso il corso per arbitro.
La Fip Campania ha chiesto la collaborazione di tutte le società per la realizzazione di questo imponente progetto di reclutamento arbitrale che prevede incentivi economici per i club che si impegneranno a fornire nominativi di ragazzi che vorranno partecipare ai corsi per arbitri e ufficiali di campo. Nello specifico, è previsto un contributo per ogni ragazzo proposto che verrà compensato con le tasse gara che la società dovrebbe normalmente versare alla FIP.
“E' una sfida che possiamo vincere tutti insieme – afferma Lamonica - contando sulla grande passione di tutti e sullo spirito di collaborazione che ha sempre contraddistinto tutte le componenti della pallacanestro campana. E’ un’esigenza non solo del CIA ma della stessa Federazione - sorride Il Commissioner – Noi siamo un male ma necessario perché è innegabile che senza arbitri, non si possano costruire buoni giocatori, soprattutto nelle categorie giovanili. Proprio all’inizio, c’è bisogno degli arbitri migliori, perché in quel frangente tocca anche a noi insegnare le regole nella consapevolezza che il basket sia diventato più veloce e fisico.
Insegnare ai più giovani, crea una categoria di giocatori che possiede già una cultura delle regole e del gioco. Quindi è una esigenza di tutta la Federazione e del CIA. È logico che si possa trovare anche ottima qualità in un numero ampio di tesserati. La speranza è di poter fare affidamento su buoni arbitri in futuro".
Che consiglio vuole dare ai giovani che vogliano avvicinarsi al mondo arbitrale?
“Quando ho iniziato avevo 13 anni, a quel tempo ero un giocatore. Tutto mi sarei aspettato tranne di arbitrare due volte l’Olimpiade, una finale del Campionato del Mondo, sette finali di Eurolega e cinque di Eurobasket. Ci sono riuscito, mi piacerebbe che qualche arbitro italiano possa raggiungere le mie soddisfazioni nei prossimi anni. Per uno sportivo la partecipazione ad un’Olimpiade rappresenta la più grande soddisfazione della vita, è un’esperienza che dovrebbero fare tutti per capire cosa significhi lo spirito olimpico. E’ un obiettivo che si può raggiungere non solo da cestista o allenatore ma anche da arbitro, quindi perché non provarci?".