La tradizione del carro di Mirabella
Il sabato che precede la terza domenica di settembre prende vita una tradizione antichissima in un borgo dell'Irpinia per onorare la SS Madonna Addolorata .
Infatti la statua religiosa viene portata in processione attraverso il paese su un obelisco di 33 mt fatto di legno e migliaia di fili di paglia gialla intrecciata.
La storia del Carro di Mirabella Eclano ha una storia antichissima, religiosa e pagana, che tocca fortuna e sfortuna, passando per i due terremoti del 1960 e del 1980.
Quest'anno però è stato sollevato un interrogativo da parte degli animalisti in difesa degli animali che aiutano nella Grande Tirata: i buoi.
In effetti questi animali sono sempre stati la quinta ruota del carro e sono onoratissimi in tutto il paese, cresciuti e amati dai mirabellani.
Essi sono uno dei motori dell'obelisco che pesa all'incirca 10 tonnellate mentre i buoi raggiungono 1 tonnellata l'uno per 12.
I 12 animali vengono continuamente interscanbiati e portati più avanti o più dietro in modo da dividersi il compito equamente, sotto l'attenta supervisione di veterinari e addetti.
Inoltre la tirata avviene durante 5 ore, che però sono interrotte da continue soste di 30 minuti o più durante le quali gli animali sono sciolti dalle funi.
Un trattore, poi, spinge il Carro da dietro, spesso invisibile agli occhi della telecamera che filma i protagonisti sul davanti e centinaia di funaioli si occupano della stabilizzazione dell'obelisco.
Anche il punto più arduo della tirata, viene portato a termine in 2 ore e mezza circa, con pause che possono arrivare anche ad un'ora.
La sicurezza poi degli animali e delle persone è garantita dai bodyguard che il comune di Mirabella Eclano ingaggia ogni anno, così da lasciare solo gli addetti agli animali vicino a loro e i funaioli vicini alle funi di appartenenza, mentre file di carabinieri gestiscono le migliaia di curiosi e devoti che seguono l'evento.
Purtroppo è una tradizione rischiosa, un solo sbaglio dei funaioli potrebbe causare il collasso della struttura e, come dicono gli abitanti del posto, un anno di sventura.
È difficile dire se si sta facendo abbastanza ed è arduo prendere anche una posizione in una situazione così delicata in cui si intrecciano le vite di uomini e di animali legati a celebrazioni secolari.
Arriverà il giorno in cui non sarà possibile più portare avanti tradizioni del genere ma è davvero già arrivato il momento di uccidere questa ?