"La poesia" a cura di Roberto Lombardi / Natale
NATALE
Era una nuvola vista solo un istante.
Poi piovve.
La persi e ad ogni nembo chiesi se fosse lei,
E ogni nembo scaricò peso come un grasso sulla sedia,
Ed era sempre lei, ma solo per qualche minuto:poi tornava il sole.
Cominciai ad odiare quell’accecante stella
E gli ombrelli e i tetti,
I muri e le finestre che bloccavano il mio inseguire le nuvole.
Alcune avevano forme di leoni o macchine,
A loro non potevo chiedere, ma solo seguirle, appeso com’ero ad un ricordo.
Una volta arrivai al confine, davanti ad un burrone come un ladro ad un plotone, e il valore dell’attesa mi salvò: sapevo del tempo e dei venti, del vapore e della sua sfida alla gravità.
Quella era la sua cosa più bella.
Solo un istante.
Poi piovve.
Attesi l’inverno, la neve, che m’avrebbe imbiancato consolandomi, ma ad anticiparla venne la nebbia.
Lei era dovunque:sommerso di speranza e frenesia, scesi, tentai d’afferrarla.
- È nebbia - mi dicevano.
- Forse è lei - rispondevo.
Il sole non si vedeva e non piovve,ero sicuro che l’avrei trovata.
Vidi qualcosa, nel fumo, di cemento, grande, fare angolo: mi fermai, l’attesa era bellissima; lì dietro c’era lei, bastava girare.
Con la mano appoggiata allo spigolo,lento e dedito, m’affacciai.
Nuda, sotto un mantello bianco come la neve: nudo rimasi anch’io,sotto un mantello nero come la peggiore nuvola.
-Ora nevicherà - mi disse mentre la nebbia spariva.
-Questo è il Natale - risposi.