Jova Beach, party nella bufera
Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, noto artista italiano che conta quasi 3.000 000 album venduti, è recentemente finito in una bufera di critiche sul web.
Chi non ha mai partecipato ad un meet and greet o non ha mai assistito ad uno spettacolo in spiaggia? Infatti è sempre stato particolarmente invitante partecipare ad eventi del genere in spiaggia, eventi destinati soprattutto ai giovani e è proprio lungo quest'onda che l'artista ha volutodar vita si ad una serie di concerti tenuti in spiaggia, serie che prende il nome proprio dall'artista :Jova Beach party.
Dopo un anno di stop, finalmente il cantante ha potuto riprendere ad intrattenere i suoi fan, ma non avrebbe mai pensato a ciò che ne sarebbe derivato. Infatti con una mentalità più informata e consapevole, la società, appoggiando scienziati, ambientalisti e comuni, ha seguito e diffuso le preoccupazioni di questi ultimi riguardo l'impatto ambientale dell'iniziativa. Sicuramente questi commenti e critiche non sono stati una novità poiché era già stato richiamato in precedenza per lo stesso problema.
Si sa che le spiagge sono ecosistemi a rischio e si fatica già a proteggerli dalla furia dei bagnanti , e così l'iniziativa del cantante italiano è stata vista come l'ennesima minaccia ambientale.
Ruspe, camion e milioni di piedi a schiacciare il terreno non fanno altro che stressare e uccidere ciò che risiede sotto la sabbia.
Ciò che rimane è un terreno piatto, privo di particolarità naturali, con qualche traccia della flora semi sotterrata di cui si nota solo qualche foglia.
Tuttavia ciò che ha fatto ribollire il web in maniera ancor più potente e che ha fatto piovere una tempesta di messaggi contrari è stata la risposta pubblica di Jovanotti.
Il cantante, infatti, ha espresso la sua opinione in risposta ai commenti che stava ricevendo affermando e ribadendo come tutto ciò che consisteva nella preparazione del luogo era in linea con le norme ambientali e anzi che tutte le loro azioni erano enviromental- friendly.
Ha aggiunto, inoltre, che i suoi accusatori fossero "eco-nazi" ad indicare quanto inappropriati e soffocanti fossero quei commenti.
Eppure chiamare in questo modo scienziati e biologhi marini, attivi da sempre in quei luoghi, sembra un po' esagerato.
Tenere concerti che raccolgono migliaia di persone vicino a riserve marine o zone salvaguardate che ospitano animali marini sembra una follia e non potrebbe mai risparmiare da critiche, ma con quei commenti Jovanotti ha fatto davvero intendere la sua totale ignoranza riguardo l'ecosistema marino . Non basta sostenere l'ambiente utilizzando piattini e bicchieri compostabili: tenere un concerto in qualsiasi luogo significa inquinamento acustico e luminoso in primis, senza contare lo stress che si provoca a fauna e flora circostanti.
Certo fa onore al cantante che ha deciso di devolvere tutto il ricavato dei concerti ad enti che si occupano della pulizia delle spiagge anche se con un pizzico di ipocrisia.
La storia, comunque, sembra essere dolce-amara. Infatti da una parte abbiamo una cultura musicale da ammirare e portare avanti, dall'altra invece c'è il mondo che chiede aiuto: è troppo tardi per continuare ad salvaguardare l'ambiente solo eliminando la plastica monouso, ora c'è bisogno di accelerare le tappe.