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Intelligenza artificiale anche in Europa

L’evoluzione nelle nuove frontiere di Warfare continua incessantemente , in special modo nella guerra funzionale basata sulla scrittura algoritmica. Il Pentagono da circa dieci anni ha dato vita ad un ream specializzato sul sistema di difesa AI – Artificial Intelligence – e sull’apprendimento automatico - ML- Machine Learning, ovvero la capacità delle macchine di apprendere dalla propria esperienza e sviluppare abilità. Altre nazioni, concorrenti agli Stati Uniti, sono impegnate nella corsa sfrenata nel settore come la Cina, Russia e paesi tecnologicamente avanzati nella zona orientale. Le dinamiche evolutive  della Guerra Algoritmica, basate sull’intelligenza artificiale, stanno lasciando non poche perplessità, non solo su un fattore etico ma, in particolare, sull’applicazione dei meccanismi di garanzia internazionali ,legati al Diritto dei Conflitti Armati o IHL / Loac , - Law of Armed Conflict- , insieme alle problematiche sulla sicurezza. Tra le tante incertezze, quella più significativa è il timore che la situazione possa sfuggire di mano anche agli addetti ai lavori e che la tecnologia possa evolversi, autonomamente a tal punto da sostituirsi al genere umano. Secondo Il DoD americano (Dept of Defense), le attuali evoluzioni tecnologiche vedono l’impiego degli algoritmi anche in diversi settori che spaziano dalla logistica, al soccorso e comunicazioni. Gli stessi hanno fornito, ad oggi, dati confortanti nel comparto industriale mediante la raccolta ed evoluzione dei feed per l’elaborazione e sviluppo dell’esperienza artificiale. Differentemente, in materia di garanzie il risultato sembra non essere sufficiente in quanto, non sussistendo al momento una dottrina giuridica “AI” utile  ad alliniarsi alle ROE, ( Rules of Engagment - ovvero Regole d’ingaggio ), non vi è beneficio nelle operazioni militari e le perplessitivà applicative  rimangono non poco allarmanti.

Il Team di Guerra algoritmica statunitense sta  sperimentando “il processo decisionale militare” di tale tecnologia ,per sollecitarne lo sviluppo mediante  tre fasi principali. La prima prevede un’etichettatura dei dati, la modifica, evoluzione e acquisizione di algoritmi nell’esecuzione di compiti chiave, la seconda  l’identificazione delle risorse computazionali richieste e un percorso per mettere in campo quell' infrastruttura e la terza, l’Integrazione tecnologica basata su algoritmi con dati d’intelligence già esistenti, il tutto al fine di ridurre lo sforzo umano degli analisti, nel riconoscere ed applicare i meccanismi di garanzia e valutare” la necessità” di un ’attacco rispetto all’individuazione di un obbiettivo militare.  

Problematiche del Diritto dei Conflitti Armati nell’applicazione degli algoritmi bellici.      

Il dubbio immane è in merito all’identificazione e giusta interpretazione dello “Status “ reale dell’individuo, scannerizzato dal dato, ma non fedelmente interpretato. La questione inerente il margine di errore nel riconoscimento artificiale di un combattente, un appartenente al comparto sanitario o religioso che non può essere attaccato o un civile che non partecipi direttamente alle ostilità, differentemente da un membri di forze armate regolari che indossino divise o segni distintivi in attività ostile, è una problematica “fondamentale” , non solo per il giudizio ma per la salvaguardia della vita umana, sempre sacra ed inviolabile. Sebbene molti i progressi, ancora enormi i dubbi e le distanze sull’attuale inefficienza interpretativa degli  algoritmi sugli “status ed intenti” , già difficile compito per gli addetti ai lavori , figuriamoci per  una tecnologia in via di sviluppo.

Intanto uteriori sforzi procedono nel settore industriale, anche in Europa dove giorni fa, la Commissione Europea insieme ad industrie private tecnologiche e di robotica, hanno illustrato come l’impiego di intelligenza artificiale stia trovando sempre più largo spazio nel settore manifatturiero. L’intento è di alleviare lo sforzo umano, sviluppare nuove tecnologie e materiali, grazie all’esperienza evolutiva ML delle macchine, diminuire l’inquinamento e salvaguardare l’ambiente. Quindi anche l’Europa mette in campo, sotto questo verso, la sperimentazione AI, con feed utili ad un probabile impiego di difesa. Molti i dubbi sotto il profilo dei Diritti Umani ma la corsa industriale alla guerra degli algoritmi sembra inarrestabile anche in Europa.