Intelligenza artificiale anche in Europa
Il Team di Guerra algoritmica statunitense sta sperimentando “il processo decisionale militare” di tale tecnologia ,per sollecitarne lo sviluppo mediante tre fasi principali. La prima prevede un’etichettatura dei dati, la modifica, evoluzione e acquisizione di algoritmi nell’esecuzione di compiti chiave, la seconda l’identificazione delle risorse computazionali richieste e un percorso per mettere in campo quell' infrastruttura e la terza, l’Integrazione tecnologica basata su algoritmi con dati d’intelligence già esistenti, il tutto al fine di ridurre lo sforzo umano degli analisti, nel riconoscere ed applicare i meccanismi di garanzia e valutare” la necessità” di un ’attacco rispetto all’individuazione di un obbiettivo militare.
Problematiche del Diritto dei Conflitti Armati nell’applicazione degli algoritmi bellici.
Il dubbio immane è in merito all’identificazione e giusta interpretazione dello “Status “ reale dell’individuo, scannerizzato dal dato, ma non fedelmente interpretato. La questione inerente il margine di errore nel riconoscimento artificiale di un combattente, un appartenente al comparto sanitario o religioso che non può essere attaccato o un civile che non partecipi direttamente alle ostilità, differentemente da un membri di forze armate regolari che indossino divise o segni distintivi in attività ostile, è una problematica “fondamentale” , non solo per il giudizio ma per la salvaguardia della vita umana, sempre sacra ed inviolabile. Sebbene molti i progressi, ancora enormi i dubbi e le distanze sull’attuale inefficienza interpretativa degli algoritmi sugli “status ed intenti” , già difficile compito per gli addetti ai lavori , figuriamoci per una tecnologia in via di sviluppo.
Intanto uteriori sforzi procedono nel settore industriale, anche in Europa dove giorni fa, la Commissione Europea insieme ad industrie private tecnologiche e di robotica, hanno illustrato come l’impiego di intelligenza artificiale stia trovando sempre più largo spazio nel settore manifatturiero. L’intento è di alleviare lo sforzo umano, sviluppare nuove tecnologie e materiali, grazie all’esperienza evolutiva ML delle macchine, diminuire l’inquinamento e salvaguardare l’ambiente. Quindi anche l’Europa mette in campo, sotto questo verso, la sperimentazione AI, con feed utili ad un probabile impiego di difesa. Molti i dubbi sotto il profilo dei Diritti Umani ma la corsa industriale alla guerra degli algoritmi sembra inarrestabile anche in Europa.