Incontro con il rapper milanese FRE: il suo percorso e il nuovo singolo Bla Bla Bla
Abbiamo incontrato FRE, Francis Adesanya all’anagrafe. Cresciuto a Milano di origine nigeriana, con il grande amore per il basket e come lui ama dire, da sempre con un leitmotiv unico in testa: la musica.
In uscita il 15 ottobre il nuovo singolo Bla Bla Bla, disponibile su tutte le piattaforme digitali.
Intervista di Youssef Marzullo
Ricordi i tuoi primi approcci al mondo della musica?
La mia passione principale è sempre stata il basket e non avrei mai immaginato di intraprendere un percorso nell’ambito musicale. Ho seguito un corso di chitarra, strumento che non amavo moltissimo praticare, senza dubbio era un modo per rendere felice mio padre. Posso dire che mi piacevano i Nirvana o qualche altro gruppo ma non ascoltavo nessuno in particolare con l'energia di un fan. Dopo quel periodo ho iniziato relativamente presto ad essere un ascoltatore di musica rap americana e successivamente ho avuto l’idea di strutturare un gruppo con mio fratello ed un altro conoscente. A seguito di determinate uscite discografiche ascoltavo un po’ tutto di ogni disco di qualsivoglia rapper che pubblicasse. L'ispirazione sorgeva davvero anche da un semplice suono, così come un’idea che mi veniva in mente prima di dormire.
Era l’epoca dei cd, andavo alle medie. Erano gli anni in cui Fabri Fibra arrivava al grande pubblico con rap italiano di grande qualità. Il gruppo formato insieme a mio fratello si è sciolto a causa di diverse divergenze sorte con il tempo. Pensate, sono arrivato a litigare con mio fratello, rapporto che poi ho assolutamente recuperato.
Mi sono imposto di fare musica da solo ed ho iniziato a pubblicare qualche lavoro ma questa è tutta un'altra storia...
Se qualcuno ti domandasse cos'è il Rap nella tua vita cosa risponderesti?
Potrà sembrare scontato affermarlo ma non ho mai pensato al rap come un lavoro o un dovere da rispettare. Nella mia vita il rap si è sempre materializzato come una passione incredibile e meravigliosa, durata negli anni senza perdere colpi. Non nascondo che anni fa ho affrontato anche l'esperienza del "classico" lavoro in
azienda, per un breve periodo, e da lì sono riuscito a comprendere che è un mondo non adatto a me. In fin dei conti non amo per nulla avere un capo e delle direttive ben precise, semplificando credo sia quello il concetto alla base di quell'avventura negativa.
Guardandoti alle spalle, c'è una cosa che porti nel cuore dei tuoi primi anni nel rap?
Per ciò che concerne i primi ani nel rap mi viene in mente il mio primo contratto discografico, anche se dentro di me non arrivo a definirlo come un momento e/o un accadimento che porto nel cuore. Di negativo ci sono diversi elementi legati a quel contratto. Ciò che secondo me è più prezioso per un'artista è la sua creatività. Ecco, proprio nel momento in cui si firma un contratto, in quanto artista alle prime armi, inizi gradualmente ad assumere consapevolezza del fatto che ci saranno vincoli ed opzioni che senza ombra di dubbio andranno ad ostacolare esattamente la creatività di cui parlavo prima. Un elemento unico per chiunque voglia fare dell'arte una ragione di vita.
Quel contratto ha rappresentato nel mio percorso un grande punto di svolta e soprattutto di crescita. Guardandomi alle spalle, diciamo con gli occhi del presente, lo definirei un “contratto errore”. Sei un emergente per chi ti mette sotto contratto. Al di là di ciò che è stato dopo, naturalmente il primo contratto discografico fu per me un vero momento di gioia. Il primo segnale che stai facendo bene e che qualcuno crede nel tuo potenziale. Prima di allora ero totalmente da solo e anche la produzione dei video era fai da te.
YouTube e Spotify sono le piattaforme più utilizzate per l’ascolto di ogni tipo di genere musicale.
Due mondi diversi e variegati, hai una preferenza?
Ho sempre puntato su YouTube dato che lo reputo un mezzo potentissimo. Attraverso il video di una canzone ti si può aprire un mondo di interpretazioni, pensieri e opinioni, insomma puoi riuscire a captare i mezzi dell’artista a 360 gradi. L’utilizzo di Spotify è sempre più in voga anche se purtroppo è oggettivo che il panorama di questa piattaforma riserva troppi scheletri nell’armadio e spesso in merito a determinate situazioni si può definire un “castello di carta”. E mi fermo qui, meglio non approfondire ulteriormente.
In che modo usi i social network per la tua attività? Che rapporto hai con quest’ultimi?
A dire il vero, non posso definirmi un tipo super social. Cerco di essere sempre umile e di restare con i piedi per terra, di privato non metto nulla. E’ evidente che i social sono un efficace strumento di conoscenza e diffusione soprattutto se si decide di percorrere il mondo della musica. Un’arma da perfezionare e sfruttare al meglio delle possibilità.
Instagram è sicuramente il social che utilizzo con più frequenza e in molti hanno apprezzato il mio essere artista proprio partendo dalla mia pagina. Pubblico i miei contenuti e promuovo i nuovi pezzi: sono sempre attivo nel leggere i commenti positivi e soprattutto negativi riguardo al mio operato. E' chiaro che non si può piacere a tutti. In un singolo del febbraio 2020 chiamato "Influencer" è racchiuso esattamente il concetto del mondo virtuale creato dall’uso smodato dei social. “Come una droga, crea dipendenza” è una delle frasi del brano. Non c'è nulla che può sostituire il contatto umano, guardarsi negli occhi incontrandosi dal vivo.
Credi nei talent? Qual è la tua opinione in merito a questo tipo di format?
I talent non mi piacciono e ho notato che spesso non c'è molta continuità nel percorso dei partecipanti soprattutto nei tempi successivi a tale esperienza. Una volta avrei voluto provare XFactor ma con il tempo ho fatto delle considerazioni e ho lasciato perdere. In corso d’opera inserirsi in un talent dona sicuramente visibilità e risulta essere uno dei modi più efficaci per farsi conoscere da un pubblico ampio, a livello televisivo. Ciò che conta è il dopo, chi emerge in modo serio? E’ tutto da vedere, meglio essere scettici. Qualcuno mi disse: “Se tu sei lo show è una cosa, ma se fai parte dello show è diverso.”
Il 15 ottobre è uscito il tuo nuovo singolo Bla Bla Bla. Si parla di discorsi inutili e dialoghi senza senso da cui fuggire. Puoi parlarcene?
E' proprio così. Nelle nostre vite, indipendentemente da quale posizione abbiamo e dove nasciamo, capita sempre di imbattersi in parole vuote e prive di un significato vero e profondo, discorsi inutili. Questo ci può scoraggiare arrivando a provocare anche un senso di smarrimento per la nostra esistenza. Bisogna ricercare la tenacia per fuggire da tutti i "Bla Bla Bla" e trovare un dimensione solida. Parlare, parlare, dire tante cose e non risolvere nulla. Tutto questo è "Bla Bla Bla", buon ascolto!
CONTATTI SOCIAL FRE
INSTAGRAM: https://www.instagram.com/fre.official/
YOUTUBE: https://www.youtube.com/freofficialmusic
SPOTIFY: https://spoti.fi/2WWbw7a
BIO
Fre, all’anagrafe Francis Adesanya, è un rapper italiano di origine nigeriana da parte di padre. Nato a Chieti, in Abruzzo e cresciuto a Milano, tra la periferia e la città, coltiva fin da piccolo una sua grande passione per la musica, a cui inizia a dedicarsi producendo i primi mixtape ed esibendosi in piccoli locali e scantinati. Successivamente, entra a far parte di un gruppo che apre la strada a diverse collaborazioni con artisti come Tormento, Vacca, DJ Fede degli atipici di Torino, Enz Benz e Ronnie Jones
crescendo, così artisticamente e tecnicamente. Dopo un periodo di stop, riprende la sua attività da solista, pubblicando nel 2017 il suo primo brano dal titolo “Solo” a cui seguono i singoli “Fatti Di Stelle”, “Il Cielo Con Un Dito” e “Joe Bastianich” che lo portano a firmare con la Thaurus Music/Believe alla prima pubblicazione del suo album “Gomorrista” con oltre un milione di stream su Spotify. “Pasta&Flow” e “Influencer”, con oltre un milione di visualizzazioni su Youtube, sono i due singoli estratti dall’album. L'ultimo singolo pubblicato è “Sott'acqua” con cui totalizza un milione di visualizzazioni su Youtube e un milione di stream su Spotify.