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Inchiostri dei tatuaggi, i controlli del Nas: dannosi 22 campioni su 100

Controlli dei carabinieri del Nas sugli inchiostri per tatuaggi e sequestro di 248 confezioni di tinture e pigmenti. Il Comando carabinieri per la tutela della salute, d’intesa con il ministero della Salute, effettua un costante monitoraggio sulla regolarità e l’innocuità dei prodotti a base di inchiostro utilizzati per i tatuaggi. I controlli sono stati effettuati in 117 aziende del settore, come centri di tatuaggio, importatori, produttori e distributori nazionali di pigmenti, prelevando nel contempo 100 campioni di inchiostri per tatuaggio, inviati ai laboratori per la ricerca di sostanze chimiche, quali ”ammine aromatiche” e ”idrocarburi policiclici aromatici (Ipa)”. Le analisi sui campioni, svolte dal laboratorio accreditato dell’Arpa Piemonte1, hanno rilevato “la non conformità di 22 campioni per presenza sopra i limiti di legge delle predette sostanze, considerate potenzialmente tossiche o cancerogene”. In seguito ai risultati analitici, il ministero della Salute ha disposto una serie di misure a tutti i soggetti appartenenti alla filiera (importatori, distributori ed utilizzatori): divieto di vendita e di utilizzo, ritiro/richiamo dalla rete commerciale, obbligo di informare i soggetti che si sono sottoposti a tatuaggio circa la pericolosità dei prodotti, mediante sistemi di rintraccio dei clienti o altri metodi ritenuti efficaci. Nel corso dei controlli sono state contestate 31 infrazioni nei confronti dei responsabili di esercizi commerciali e di centri di tatuaggio dovute a mancanze sulle autorizzazioni dei locali o degli attestati di formazione degli operatori, carenze igieniche e strutturali delle aree adibite all’applicazione del tatuaggio, detenzione di prodotti privi di etichettatura o contenenti sostanze ed inchiostri non idonei e privi delle necessarie garanzie di sicurezza, sequestrando 248 confezioni di tinture e pigmenti. Il monitoraggio segue temporalmente un precedente servizio di controllo conoscitivo, svolto tra il 2014 ed il 2015 nell’ambito di un protocollo di collaborazione con il Dicastero della Salute e l’Istituto Superiore di Sanità, che aveva evidenziato 97 campioni di pigmenti per tatuaggi su 318 oggetto di prelievo, con criticità relative alla sterilità dei prodotti.