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Impero romano d'Oriente: il riscatto

Definito con disprezzo dagli storici occidentali “Impero Bizantino”, l’importanza dell’Impero Romano d’Oriente è stata forse sottovalutata nel corso della storia.
Bisanzio da un punto di vista politico ha conservato l’assetto amministrativo romano, dando continuità alla successione imperiale iniziata con Ottaviano Augusto e terminata con l’ultimo imperatore di Bisanzio Costantino XI. 

I Bizantini infatti consideravano la loro capitale Costantinopoli “la seconda Roma”.

L’Impero Romano d’Oriente culturalmente ha inoltre preservato la lingua e la cultura greca (nella quale si identificava), in particolare sotto la Dinastia Macedone, durante la quale riscontriamo un deciso impulso agli studi filologici e alla riscoperta dei classici greci, fenomeno che successivamente fu d'ispirazione per gli stessi umanisti italiani.
L’impero religiosamente ha contribuito a diffondere il Cristianesimo in Europa orientale, risolvendo inoltre le principali controversie eretiche. Ricordiamo infatti i vari concili di Nicea, Costantinopoli, Efeso e Calcedonia, contro le principali dottrine eretiche come l’arianesimo, il nestorianesimo e il monofisismo. La stessa religione ortodossa era nell’impero un collante sociale tra popolazioni differenti come bulgari, armeni, slavi e russi: tutti si identificavano nell’Impero e nella figura del Patriarca di Costantinopoli.
Inoltre l’Impero bizantino difese l’Europa dalle incursioni di popoli barbarici e musulmani, che avrebbero potuto cambiare drasticamente l’attuale assetto religioso e culturale europeo. Ricordiamo infatti la resistenza e la controffensiva con i Germani, i Persiani, gli arabi e i turchi, questi ultimi fatali per le sorti dell’impero stesso.
Possiamo dire che l’attuale cultura europea (a mio avviso oggi gravemente minacciata) deve molto ai Bizantini, i quali secondo il mio modesto parere possono essere definiti culturalmente i primi “europei” della storia.