Disastro Marmolada, ferita anche la montagna
La storia dell’uomo è costellata di avvenimenti sfortunati, i quali avvengono, spesso, attraverso il contatto con la natura. Come mostrava Leopardi nel suo “Dialogo della Natura e di un irlandese”, l’uomo alla fine viene sopraffatto da quest’ultima. Dunque non c’è da stupirsi se si verificano eventi tragici, soprattutto in quei luoghi in cui il cambiamento climatico è più evidente.
E’ il caso del disastro avvenuto sulla Marmolada, gruppo montuoso alpino situato in Trentino. Quindici escursionisti sono stati travolti da un seracco di ghiaccio che, a causa delle alte temperature degli ultimi giorni, si è staccato creando una valanga di rocce, neve e detriti. I morti accertati rimangono sette, cinque italiani e due cittadini della Repubblica Ceca.
Ora si temono altri distacchi, favoriti da una temperatura che non accenna a diminuire. E’ inevitabile parlare di cambiamenti climatici, ma come dice qualcuno era davvero un disastro imprevedibile? Purtroppo su questo gli esperti dissentono: sussistevano tutte le condizioni perché ciò avvenisse.
Il ghiacciaio è spoglio. Le attuali condizioni (primi di luglio) sono paragonabili a quelle che si riscontrano in modo usuale all’inizio di settembre o a settembre inoltrato, dichiara Cristian Ferrari, presidente della commissione glaciologica della Società degli Alpinisti Tridentini.
La situazione è gravissima, l'ennesima prova di una distruzione già in atto. La scomparsa dei ghiacciai è un problema serio, in quanto andrebbe persa una riserva idrica preziosa trainando il pianeta verso periodi di siccità sempre più lunghi e duri. Il problema è reale e persistente: continueremo ad ignorarlo finché non sarà più possibile vivere la nostra quotidianità?