Come la Cina ha conquistato il Montenegro
È notizia ormai ai più conosciuta che il Dragone (la possente Cina), possa risultare un gran finanziatore per stati piccoli e poveri. Questa volta analizziamo la situazione in Montenegro.
Così come in Bielorussia, Grecia e in molte nazioni dell’africa subsahariana orientale, l’iter procedurale della Cina è sempre lo stesso: finanziare con prestiti a tassi d’interesse agevoli infrastrutture pubbliche quali porti, dighe e ferrovie a stati nazionali che probabilmente non ripagheranno mai il prestito o, cosa ancor più grave, faranno affidamento sul ritorno economico dell’infrastruttura costruita per restituire il dovuto al finanziatore.
Clausole dei contratti di prestito risultano essere appalti di costruzione, rigorosamente riservate a società cinesi: ciò implica che per qualunque nazione che decide di indebitarsi con Pechino potrà ritrovarsi comunque senza uno stimolo all’occupazione derivante dalla costruzione di una qualsivoglia opera pubblica. Il tutto diventa funzionale agli obiettivi del Dragone: un notevole implemento della sfera d’influenza rossa su chi decide di stringere partnership.
Questo è quanto accaduto in Montenegro. Nel 2014 il Partito Democratico dei Socialisti e la Cina hanno firmato un contratto per un finanziamento, una costruzione ad alti livelli di un’autostrada. L'opera sarebbe servita ad aumentare gli introiti derivanti dal settore turistico, settore di maggior occupazione per i montenegrini.
Il contratto in sé prevedeva “sei anni bianchi”, ossia sei anni per portare a termine i lavori (si parla di circa 130 km) e, durante i quali il Montenegro non avrebbe iniziato la restituzione del prestito. A partire dal settimo anno sarebbero cominciati gli esborsi verso i finanziatori.
Nello scorso anno la pandemia da Covid-19, oltre ad aver interrotto i lavori, non ha fatto materializzare i guadagni desiderati del settore turistico nella nazione. La conseguenza tragicamente reale è che ad oggi il Montenegro (appena seicentomila abitanti), non possiede il capitale necessario per coprire la prima rata alla Cina.
Quest'ultima tenderà a muoversi di conseguenza a suo vantaggio, magari acquisendo territori della piccola nazione europea come garanzia di debito.