Carburanti, rialzi in linea con le accise
Gli italiani con l'inizio del 2023 hanno dovuto fare i conti con una nuova amara sorpresa: l'aumento del prezzo della benzina.
Il governo ha infatti deciso di non prorogare gli sconti sulle accise fatte dal precedente esecutivo, la spiegazione data dalla stessa Giorgia Meloni è che cosi facendo non ci sarebbero stati i fondi necessari per la riduzione del cuneo fiscale per i lavoratori e l'aumento dell'assegno familiare.
Non sono mancati tuttavia interventi da parte esponenti della maggioranza che incolpano la "speculazione" del forte aumento dei prezzi, eppure al momento se si confrontano i dati l'effetto speculazione sembrerebbe essere pari a 0: lo sconto valeva infatti 18 cent e al momento il rincaro benzina vale +19 cent mentre quello del gasolio +18 cent. Ovvia quindi la rabbia dei gestori che si sentono usati come capri espiatori.
Ma come mai i prezzi sul carburante sono così alti? La prima causa è (senza grosse sorprese) l'inflazione, a sua volta causata non dal conflitto Russia-Ucraina, come molti credono, ma dallo squilibrio che si è venuto a creare tra domanda e offerta post-Covid. Se la prima è tornata a un regime pre-pandemia non si può dire lo stesso per a seconda: è complicato far ripartire intere filiere dopo mesi di chiusure e questo si riflette anche su altri ambiti (vedi crisi dei semiconduttori). Oltre a ciò si aggiunge il grande danno che hanno subito alcune raffinerie italiane che ovviamente ha contribuito al rallentamento. Gli effetti delle sanzioni contro la Russia invece si dovrebbero osservare da febbraio e nulla è dato per scontato.