Amministrative, Cucciniello: "Le Acli saranno attente ed esigenti"
Riceviamo e pubblichiamo integralmente una nota del presidente delle Acli irpine, Alfredo Cucciniello, sulle prossime amministrative del 12 giugno.
Ecco il testo:
"Mancano ormai meno di 10 giorni alle prossime elezioni amministrative che interessano anche 14 Comuni della nostra Irpinia. Esse si collocano in un contesto assai complicato, con la guerra in Ucraina, la ripresa dell’inflazione in assenza di un contestuale aumento delle retribuzioni, la crisi energetica e la pandemia non ancora debellata; in una Italia che riapre a fatica, il voto del 12 giugno sembra porsi in secondo piano nell’agenda politica, nel “palinsesto” dei media e di conseguenza anche nell’attenzione degli elettori, i quali, insieme alla restante parte del corpo elettorale saranno poi contestualmente chiamati a pronunciarsi in merito alla consultazione referendaria sulla giustizia con i cinque quesiti sulla riforma della magistratura che, a tutt’oggi, restano abbastanza “oscuri” alla maggioranza degli italiani.
Anche stavolta, come in occasione di qualsiasi ricorso alle urne, le ACLI rivolgono il loro appello ad esercitare il voto con serietà e massimo senso di responsabilità, approfondendo i temi, verificando i programmi delle liste e i profili dei candidati.
In Provincia di Avellino saranno diversi i candidati consiglieri comunali vicini all’esperienza delle ACLI, secondo una tradizione del nostro Movimento, così profondamente radicato nelle comunità locali e capace di farsi carico dei loro problemi così come di formare persone che più direttamente partecipano all’attività amministrativa. Non abbiamo candidati da segnalare o supportare in particolare, ed è evidente che le ACLI in quanto tali non hanno un’appartenenza partitica, ma nello stesso tempo non possono essere indifferenti rispetto alle scelte politiche di fondo che le Amministrazioni locai sono chiamate a fare in un contesto difficile, segnato prima dalla pandemia e poi da uno scenario bellico che, nonostante i chilometri di distanza, rischia di frenare anche la nostra ripresa.
Ai candidati in lizza, ringraziandoli per il loro impegno e la volontà di mettersi in gioco, offriamo alcuni suggerimenti e spazi di dibattito.
In materia di politiche sociali, culturali, abitative, sportive, ambientali, giovanili riteniamo sia necessario avere una visione complessiva ed integrata di un welfare, nelle aree metropolitane così come nelle piccole municipalità, capace di generare risorse proprie all’interno delle comunità, promuovendo processi d’integrazione delle reti locali, ripartendo da un’analisi condivisa della realtà dei bisogni e delle forze in campo.
I Comuni posso mettere a punto misure di incentivazione e de-burocratizzazione per attrarre investimenti produttivi sostenibili e imprese innovative. Inoltre, per affrontare dal basso l’emergenza occupazionale, i servizi municipali possono fare rete tra loro, col mondo delle imprese, della cooperazione e del terzo settore, con le agenzie per il lavoro, per favorire l’accompagnamento della persona e il virtuoso incontro tra domanda e offerta di occupazione e per finanziare percorsi di riqualificazione professionale.
Gli Enti Locali possono e devono avere un compito importante nel condurre il processo di integrazione e di evoluzione sociale culturale ed economico. Nei programmi per richiedenti asilo occorre giungere ad una compartecipazione attiva e responsabile con la pianificazione europea e nazionale, per la suddivisione intelligente delle quote assegnate e frazionate per ogni Comune e occorre sviluppare politiche interistituzionali e di coinvolgimento della società civile, partendo dalle scuole e dalla valorizzazione dell’impegno civico dei migranti.
In tema di abitare è opportuno discernere tra le politiche urbanistiche a servizio della persona e quelle che seguono altre logiche: è necessario saper interpretare la metamorfosi dei nostri Comuni avendo come principi di riferimento la rigenerazione urbana, la riqualificazione degli spazi già costruiti e di quelli che smettono di avere una loro funzione: siti urbani obsoleti, che in molti casi rappresentano degrado e forti problematiche sociali e di ordine pubblico. Riutilizzare le aree dismesse permette altresì di evitare un eccessivo consumo di suolo.
Pochi mesi fa, nel disinteresse generale, sono stati rinnovati gli organi politici di quasi tutte le Province e le Città metropolitane, e la Provincia di Avellino avrà una inedita “seconda puntata” proprio alla vigilia delle Amministrative. Il metodo dell’elezione indiretta del Consiglio e del Presidente della Provincia non è meno democratico di altri, ma oggettivamente riduce la questione degli organi degli Enti intermedi a vicenda interna del ceto politico e la subordina agli equilibri spesso ballerini tra i partiti. Più in generale, manca una riflessione sul ruolo di tali Enti, sul rapporto tra i cittadini e la dimensione sovracomunale e la definizione di un chiaro profilo delle Città metropolitane e delle Aree vaste nel quadro del rapporto tra Comune capoluogo e Comuni esterni. Ciò vale soprattutto in materia di organizzazione del sistema delle strade e dei trasporti pubblici, della rete delle scuole di grado superiore, del coordinamento della programmazione territoriale e delle politiche sociali. Questi temi sono cruciali anche, e forse soprattutto, nei piccoli Comuni d’Irpinia in cui si vota il prossimo 12 giugno.
Più in generale, si avverte l’esigenza di riconferire al governo delle città quel luogo di istituzione primaria che gli spetta nella costruzione del modello di democrazia partecipata, secondo l’intuizione sempre valida di Don Luigi Sturzo, per cui i Comuni sono Enti autonomi, centri di autogoverno, con poteri propri ma non divergenti dallo Stato. Insomma, che siano dotati di autonomia comunitaria in grado di tenere unite le varie parti del territorio all’interno di un ordinamento comune che li colleghi finanziariamente ed economicamente e soprattutto assicuri loro una legislazione omogenea.
E’ il quadro delineato dalla Costituzione, che ora deve finalmente essere affrontato da una larga revisione della legislazione ordinaria in materia, che si prefigga l’obiettivo, appunto, dell’omogeneità e dell’efficacia dell’azione degli Enti Locali.
Su questi temi le ACLI, da generose “sentinelle del territorio”, saranno attente ed esigenti".