Alfonso Strumolo si racconta ad AV LIVE: "Recitare è meraviglioso"
Una lente di ingrandimento sul mondo della recitazione. Un ambiente difficile, intricato, ricco di sacrificio. Un mondo costellato da tanto impegno da parte dei suoi protagonisti. Al centro dell’attenzione gli artisti, mossi prima di tutto dalla passione. Alfonso Strumolo, giovane avellinese, è uno di questi. Galeotto per il suo cammino fu l'ingresso nella compagnia teatrale del liceo classico Colletta di Avellino. Successivamente protagonista nella web serie "HHL - Homo Homini Lupus", protagonista del cortometraggio "Il guardiano del faro" (candidato al David di Donatello) e immedesimatosi in un personaggio del film "Come Cenere", prodotto da ACFilms. AV LIVE ha voluto approfondire il vissuto recitativo di Strumolo.
Intervista di Youssef Marzullo
Come ti sei avvicinato alla recitazione? C’è stato qualcosa o qualcuno che ti ha spinto verso questo mondo?
Il mondo della recitazione mi ha affascinato fin da piccolo, essendo sempre stato un amante del cinema. Il primo approccio lo ebbi durante il primo anno di liceo, quasi per gioco, su consiglio della professoressa Rossella Farese, che dirigeva il corso di teatro a scuola e mi invitò a farne parte. Da lì è partito tutto il mio percorso. Devo molto a lei poichè ha sempre creduto in me e spingendomi ad andare sempre avanti.
Hai ricoperto il ruolo di protagonista nel cortometraggio "Il guardiano del faro" e hai anche recitato nella pellicola indipendente "Come Cenere". Entrambi diretti dal giovane avellinese Samuel Di Marzo. Cosa ti è rimasto dentro di queste avventure?
Le esperienze vissute sui due set de "Il guardiano del faro" e di "Come cenere" le porterò dentro per sempre. Attraverso queste due produzioni, sostenute e portate avanti da persone straordinarie, posso dire di aver capito cosa significa sacrificarsi per qualcosa in cui si crede fermamente. Ho inteso la vera importanza che la recitazione e tutto ciò che le orbita intorno ha nella mia vita. Le giornate erano massacranti, si iniziava alle 8 di mattina e si finiva alle 22. Tornavamo a casa con la consapevolezza di aver dato il massimo. Il rapporto costruito con le persone sul set è stato davvero incredibile: non mi sarei mai aspettato una simile alchimia tra di noi. Fattore che ci ha portato a lavorare in un ambiente rilassato e sereno. Due esperienze davvero formative e che mi hanno arricchito sotto molti di vista.
Quali sono i fattori che rendono unica la recitazione a tuo parere?
Ciò che rende unica la recitazione per me è la possibilità di conoscere infinite storie e infiniti personaggi per potersi calare all'interno di questi. La bellezza sta nell'approcciarsi alla sfera emotiva e razionale del personaggio e cercare di comprenderla. E', al tempo stesso, libertà e rigore. Può insegnare molto sulla vita e su come possa essere vissuta. Un arte che impartisce il controllo di sè stessi e delle proprie emozioni. Recitare significa anche lavorare su se stessi, con se stessi.
Ci sono stati momenti nel tuo percoso finora nei quali è mancata la passione in quello che facevi? Se si, come sei riuscito a oltrepassarli?
A parer mio ci sono sempre momenti in cui sentiamo il bisogno di distaccarci dalle nostre passioni. Io, per esempio, sono anche iscritto all'università e quindi coltivare insieme queste due cose non è per niente facile. Quando riesci ad andare oltre quei momenti di sconforto, facendo uno sforzo in più per portare a termine i tuoi obiettivi, la soddisfazione che ricevi ti ricorda perché ami tanto quello che fai.
Hai degli idoli nel panorama del cinema e del teatro?
Del panorama teatrale non sono un intenditore ma apprezzo particolarmente Toni Servillo e le opere del grande maestro Eduardo De Filippo. Per quanto riguarda il cinema invece sono un grande estimatore di Tom hanks, per la sua versatilità e per la sua raffinatezza. Ammiro anche Robert De Niro, uomo di grande personalità, e ricordo che è di origine italica.
Progetti futuri?
C'è qualcosa in cantiere, ma è ancora allo stato embrionale. Insieme alle persone che sono coinvolte credo molto in questo progetto e auspico possa portare dei risultati.
Un'ultima domanda: credi davvero che la recitazione possa portarti lontano?
Recitare è meraviglioso. L'unica cosa che mi ferma dal dedicarmi solo a questo è proprio l'incertezza di questo incredibile mestiere. Ci sono grandi attori che non sono mai stati scoperti e sono finiti col non realizzare mai il loro sogno. Altri invece meno bravi ma che ci sono riusciti. Le variabili sono tante e per me è sempre bene avere un piano B cercando di portare avanti entrambe le cose al meglio che si può. Tutto ciò che ne verrà sarà di guadagnato.