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Terrorismo e politica criminale

Quali sono le problematiche sulla definizione giuridica del terrorismo?

Nell’era dei nuovi conflitti etnici e destrutturati,nel raggiro delle regole internazionali sulla condotta delle ostilità mediante l’impiego di eserciti paramilitari et o facenti funzione , assoldati da stati per l’ottenimento di obbiettivi politico militari, evitando le regole e garanzie internazionali, andiamo ad analizzare, in maniera semplicistica, come eventi di politica criminale avvengono e come i meccanismi di tutela e salvaguardia della vita umana e le garanzie del diritto cercano di interpretare e prevenire “fenomeni” di quegli atti che la giurisprudenza internazionale ancora non riesce a collocare, codificare e misurare.

Considerando gli avvenimenti ultimi, in Europa, in Francia e nel mondo, soprattutto Stati Uniti e territori africani come Libia, Iraq, Yemen etc, ci siamo trovati di fronte ad atti di natura criminale che, in parte o in toto hanno influenzato o influenzano le nostre vite, scelte, itinerari da visitare, ovvero inducono ad una ideologia che è quella del terrore.

Questa terminologia deriva, etimologicamente, dal latino “terrere”, il cui significato è “far tremare”. 

L‘aggiunta del suffisso  “-ismo” fa riferimento ad un’induzione, una dottrina, un sistema, un modo di pensare o di vivere o meglio dire, un’imposizione a dover vivere secondo parametri .

La giurisprudenza internazionale riscontra forti problematiche sull’individuazione del termine legale di terrorismo, infatti è da considerare che al momento ancora non sussiste una definizione universale, accettata e condivisa da tutti.

Le Nazioni Unite, durante le ripetute commissioni, hanno cercato, anche se pur invano, di trovare un corridoio comune per adottare tale definizione, che mettesse tutti gli Stati d’accordo, ma a causa delle diverse interpretazioni, il fine non ha ottenuto successo.

Differentemente si è convenuti ad interpretare  il terrorismo come l'uso di strategie violente per imporre un'ideologia, sebbene alti esponenti del Parlamento Europeo hanno individuato questo fenomeno come “molto complesso e di natura mutevole”.

Nel contempo in ambito di Sicurezza e Politica Europea, si è lavorato e proceduto a cercare di arginare il gap interpretativo, con la compilazione di liste che individuassero e catalogassero quelli ritenuti come “atti gravi et o criminali” aventi l’intenzione d’intimidire una popolazione o meglio ancora una democrazia o una società istituita con il fine ultimo di esercitare pressioni, induzioni e volontà su un governo, su una politica o addirittura su un modo di essere e di pensare di una civiltà.

Molto importante e significativa è stata la risposta alla radicalizzazione al terrorismo di giovani all’interno dell’Unione Europea, infatti molti Ministri dell’Istruzione si sono riuniti il 17 marzo 2015 a Parigi per individuare le problematiche ed arginare questo fenomeno mediante una costruzione formativa adeguata a combattere l’estremismo in tutte le sue forme.

Proprio da quell’incontro fu adottata la "Dichiarazione congiunta sulla promozione dell'istruzione per la cittadinanza e i valori comuni di libertà, tolleranza e non discriminazione" nella quale le Nazioni si impegnano a unire le forze per lottare contro l'emarginazione, l'intolleranza, il razzismo, la radicalizzazione e per le pari opportunità.

In Francia, per analizzare un meccanismo di tutela in merito al diritto internazionale comparato, vediamo che il ministro degli Interni, ha facoltà di emettere un divieto amministrativo d’ingresso in territorio francese, nei confronti di qualsiasi cittadino straniero, qualora  la sua presenza costituisse "una grave minaccia per l'ordine pubblico".

Il nuovo testo interpreta l'evoluzione del terrorismo e tende a disgregare "l'impresa individuale di natura terroristica" a reprimere l'incitamento dello stesso, attivando il blocco dei siti internet che alimentano l'apologia del terrorismo.

Anche da questa breve analisi, continuo a percepire l’importanza strategica che l’Europa ha ed è.

La complessa e non sempre libera macchina mediatica non offre un osservatorio sulle garanzie e bene comune in materia di tutela e sicurezza, bensì si tende, a volte, a supportare politiche del momento che incidono sull’umore di un popolo comunque stanco.

Il fondamento strategico di un’Europa organizzata è un‘occasione imperdibile di cooperazione per le tutele fondamentali e la salvaguardia della persona perché si ha la possibilità democratica di condividere lo stesso problema in maniera sinergica.

Purtroppo, essendo ancora non consolidata, l’Europa lascia gli Stati alla libera interpretazione del concetto di terrorismo ed arbitrio, in materia di contrasto al medesimo. 

Stabilito che il problema dell'interpretazione della terminologia legale deriva dall'identificazione del termine legale del terrorismo, auspichiamo un celere consolidamento socio-filosofico che possa trovare punti fondamentali d’incontro per la tutela e salvaguardia della dignità e vita umana, al di là di politiche criminali costruite ad hoc per destrutturare l’economia e il pensiero sociale di persone.

E’ importante il consolidamento europeo in materia di sicurezza, diritto e garanzie per poter costruire un percorso di libertà individuali e collettive e di pace, che mirino a tutelare la dignità umana comunque e dovunque.