Intervista a Miriam D'Argenio, make up artist avellinese
Intervista di Youssef Marzullo
Ricordi i primi approcci al mondo del trucco?
Si, certamente già da bambina l'atto del truccarsi mi incuriosiva e intrigava, anche solo guardando mia madre che è la prima donna di riferimento soprattutto a quell'età. In quel periodo l'interessamento al trucco era uno degli aspetti legati al desiderio di guardare da vicino il mondo femminile. Questo avvicinamento avviene quindi in maniera naturale e cresce in maniera significativa. Dopo anni di curiosità e ammirazione, una volta concluso il percorso al liceo, inizio ad avvicinarmi in modo serio al mondo del trucco, cercando di assorbire quante più nozioni possibili sull'attività del make up artist. Studio da autodidatta per un periodo e successivamente, grazie anche alla spinta di una mia amica, ma non solo, mi iscrivo presso l'Accademia di Trucco Liliana Paduano a Napoli.
Parlaci di quest'esperienza. Cosa ti è rimasto?
E' stato un percorso meraviglioso. Presso l'Accademia Liliana Paduano ho frequentato un corso di qualifica professionale per diventare "Truccatore e Visagista", dalla durata di un anno. La prova finale consisteva in un misto teoria e pratica. Sono orgogliosa di aver conseguito il diploma di visagista e truccatore dello spettacolo che è un titolo riconosciuto a livello europeo. C'erano 3 appuntamenti a settimana di 4 ore ciascuno. Principalmente il corso si è strutturato in tre rami: trucco sposa, effetti speciali, moda. Senza dubbio il più canonico è il trucco sposa, per il quale bisogna seguire schemi precisi e ben delineati, spesso mettendo da parte la personalizzazione. Naturalmente non sono mancate le difficoltà, magari in lezioni tecnicamente avanzate e durante la quale c'era molta pressione, forse per la paura di sbagliare. D'altronde sbagliando si può imparare davvero molto. All'inizio di quel percorso gli insegnanti ci dissero di divertirci senza dimenticare lo studio graduale settimana dopo settimana. In particolare il primissimo approccio fu il giorno in cui ci fu la presentazione di Liliana Paduano a tutti i nuovi corsisti: "Mettete tutto l’impegno in quello che fate". La concezione del trucco oggi è molto mediatica ed è una concezione molto sbagliata. Ecco, questo ci fu messo in chiaro fin da subito. Se dovessi scegliere un’esperienza che prevalga sulle altre riguardanti il trucco è proprio la frequentazione del corso a Napoli. Un'avventura che rimarrà sempre nel mio cuore, e che rappresenta un fondamentale bagaglio professionale.
Spesso il make up dall'esterno è visto in modo superficiale. Tu cosa ne pensi?
Credo fortemente nel potere del make-up, lo ritengo uno strumento di empowerment femminile rivoluzionario e naturalmente una forma artistica da esprimere in ogni ambito come anche in quello del cinema o della musica. E' vero, spesso il rapporto che le persone hanno con il mondo del trucco è estremamente superficiale. Molti pensano che non ci sia abbastanza studio dietro questo lavoro e che sia un semplice hobby o un passa tempo. Ad Avellino, nella mia città che comunque è una piccola realtà, c'è tanto pregiudizio e scarsa considerazione di quest'attività. Non mi sento proprio liberissima di essere me stessa a 360 gradi. Questo fa male perchè in realtà c'è molto potenziale ma quello che rovina le cose sono proprio gli abitanti.
Nel mondo del make up è importante comunque essere capaci di dare qualità al di là di tutto. Non basta mai il solo "essere portati" o avere un'attitudine particolare. In alcuni contesti conta molto anche saper gestire allo stesso tempo un'esecuzione rapida, faccio l'esempio delle sfilate di moda o il make up sul set cinematografico.