Giornata Nazionale SLA, la solidarietà ad Atripalda ha il gusto di una bottiglia di Barbera d’Asti DOCG
Persone che aiutano persone. Per una causa importante. Per “un contributo versato con gusto”, con un ottimo vino in una terra di vini, dal 2009 l’Irpinia risponde ogni anno alla chiamata di Aisla (Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica) in occasione della Giornata Nazionale SLA. Da stamattina e per tutta la giornata, come in altre piazze italiane, in Piazza Umberto I ad Atripalda è presente in banchetto di Aisla dove, grazie all’impegno dei volontari, sono arrivate 90 bottiglie di Barbera d’Asti DOCG, donate dai partner storici dell’associazione, come la Regione Piemonte, il Consorzio Barbera d’Asti, i Vini del Monferrato e altri, che si possono acquistare con un contributo minimo di 10 euro.
«La piazza di Atripalda e quella di Avellino hanno sempre risposto positivamente a questa importante iniziativa, che dà sostegno e visibilità a una malattia che dà molte complicanze di gestione soprattutto familiare - spiega Rocco Fanelli, socio nazionale Aisla e consigliere della sezione Avellino, Salerno, Benevento -. Noi ci impegniamo ogni anno per questa manifestazione però il lavoro è tutto l’anno, le famiglie hanno bisogno di sostegno tutto l’anno. Stare in piazza è per dare un segnale che ci siamo, ci saremo sempre».
La giornata nasce per ricordare quando nel 2006 a Roma, in Piazza Bocca della Verità, si svolse il primo “sit-in” delle persone affette da questa malattia neurodegenerativa (per cui non esiste ancora una cura a oggi), a cui seguì nel 2008 la prima giornata, giunta quest’anno alla sua sedicesima edizione, per promuovere le bottiglie di Barbera d’Asti con l’obiettivo di raccogliere fondi con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita dei malati attraverso aiuti concreti e tangibili.
In Irpinia si è svolta la prima volta nel 2009 e, poi, ha un significato particolare, dal momento che si ricorda col pensiero il capitano dell’Avellino Adriano Lombardi, morto di SLA nel 2007. La manifestazione prima si chiamava “Un calcio alla SLA” e in seguito i volontari hanno continuato con Aisla. Un evento nato qui «soprattutto per lui, ci ha fatto scoprire un mondo molto ampio e difficile - continua Fanelli -. Però noi teniamo duro e portiamo avanti questa manifestazione con orgoglio e con il sostegno di tutti. I numeri delle precedenti edizioni sono sempre stati molto positivi, non abbiamo mai lasciato una bottiglia al tavolo. Il popolo irpino ha sempre risposto alla grandissima come ci aspettavamo».
«Credo sia fondamentale partecipare sempre alla ricerca, questo deve valere non solo per la Sla ma per tutte le attività che possano portare a dei nuovi sviluppi per quanto riguarda la medicina e quindi possano un giorno far scomparire o comunque trovare una soluzione a queste malattie, questo è l’augurio che ci facciamo sempre - aggiunge Vincenzo Labruna, socio volontario Aisla -. La ricerca va sempre sovvenzionata perché ci auguriamo che porti ad una svolta definitiva. Sono sicuro di ricevere la risposta che abbiamo tutti gli anni, non abbiamo mai portato una bottiglia a casa. Molte persone donano anche perché sono interessate, magari sono state colpite da una situazione simile. Al di là del vino è bello che la gente partecipi a queste iniziative».