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Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne: la storia e le iniziative

Anche quest’anno il 25 novembre si celebra la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, un momento decisivo per informare e sensibilizzare su un fenomeno che riguarda tutti i Paesi del mondo, dai più poveri a quelli più emancipati. Basti pensare che solo in Italia, nei primi nove mesi del 2018, ben 32 donne sono state brutalmente assassinate.

La Giornata è stata istituita dall'Onu con la risoluzione 54/134 del 17 dicembre 1999, partendo dall’assunto che la violenza contro le donne sia una violazione dei diritti umani. Tale violazione è una conseguenza della discriminazione contro le donne, dal punto di vista legale e pratico, e delle persistenti disuguaglianze tra uomo e donna. La stessa Dichiarazione adottata dall'Assemblea Generale Onu afferma che la violenza contro le donne “rappresenta un grave ostacolo nell’ottenimento di obiettivi cruciali quali l’eliminazione della povertà, la lotta all’HIV/AIDS e il rafforzamento della pace e della sicurezza”.

Parlare di violenza sulle donne nei soli casi di maltrattamenti fisici – percosse, stupro, mutilazioni degli organi genitali – è riduttivo e non rende l’idea di un fenomeno che è molto più ampio. Usare violenza a una donna non è soltanto ucciderla o picchiarla. Ci sono forme di violenza molto più subdole, più sottili. La violenza non è soltanto quella fisica ma anche quella psicologica: umiliare, sminuire, manipolare una donna affinché faccia ciò che l’uomo vuole è violenza perché, come sottolinea l’Onu, si tratta di “meccanismi sociali cruciali per mezzo dei quali le donne sono costrette in una posizione subordinata rispetto agli uomini”.

Negli ultimi cinquant’anni molto si è fatto per cercare di eliminare le differenze di genere in ambito legale e sociale. Oggi si parla di “pari opportunità” ma si tratta di un obiettivo ancora lontano da raggiungere. Guardando alla realtà attuale, soprattutto quella italiana, vediamo come le donne ancora fatichino per emanciparsi e affermare i loro diritti. Troppo spesso costrette a scegliere tra carriera e vita familiare - a causa dell’assenza di servizi che permettano loro di lavorare ed essere madri - anche quando riescono a conciliare questi due aspetti, sono vittime di discriminazioni in termini salariali e difficilmente raggiungono posizioni di prestigio in ambito professionale e politico.

La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne diventa anche l’occasione per ribadire che, affinché esse possano essere rispettate e raggiungere quella parità con l’altro sesso, è necessario liberarsi di un retaggio sociale e culturale che le ha viste sempre relegate in secondo piano rispetto agli uomini. Soprattutto, bisogna educare gli uomini stessi ad avere rispetto per le loro madri, le sorelle e le compagne, perché è solo educando le nuove generazioni che il fenomeno della violenza sulle donne può essere arginato.

Le iniziative- Tante le iniziative messe in campo per celebrare questa Giornata, dalle manifestazioni nelle principali città italiane, alle mostre, alle campagne social. Tra queste, ricordiamo la campagna lanciata dalla vicepresidente di Montecitorio Mara Carfagna, intitolata #nonènormalechesianormale. Anche il mondo dello sport si mobilita. La Serie A ha aderito alla campagna di sensibilizzazione di WeWorld #unrossoallaviolenza; calciatori e arbitri scenderanno in campo con un segno rosso sulla guancia e delle bambine per mano. I capitani delle varie squadre, inoltre, porteranno una fascia con il simbolo della giornata. La nazionale di rugby, invece, scenderà in campo con magliette dietro le quali saranno indicati i numeri della violenza di genere, affiancando la onlus ActionAid.

Perché il 25 novembre- Il 25 novembre non è una data scelta a caso ma è l’anniversario di un brutale assassinio, avvenuto nel 1960 nella Repubblica Dominicana, ai tempi del dittatore Trujillo. Le sorelle Mirabal, tre attiviste dominicane, furono giudicate rivoluzionarie, torturate e strangolate. I loro corpi furono gettati in un burrone e venne simulato un incidente. È una data importante per dire basta a ogni forma di violenza e maltrattamento sulle donne.