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Digitalizzazione e smart working per la rinascita del territorio: i dati premiano i piccoli borghi

Negli ultimi decenni si è parlato spesso dello spopolamento dei piccoli centri urbani e dei borghi storici su tutto il territorio nazionale, un fenomeno dettato dalla necessità di avvicinarsi alla città per avere maggiori opportunità lavorative e servizi più efficienti. Nonostante il ricco patrimonio storico e culturale e posizioni idilliache dal punto di vista ambientale e naturalistico, molti paesi hanno registrato infatti un crollo demografico. Il trend, tuttavia, sembra essere finalmente in controtendenza, grazie alle potenzialità delle nuove tecnologie, che spingono in alto non solo settori come quello dell'intrattenimento, che per esempio ha registrato un boom di persone che scelgono PC, smartphone e tablet per accedere alle piattaforme di gioco e alle poker room digitali, ma anche il turismo in queste aree e la loro riscoperta per vivere in maniera più rilassata senza rinunciare al lavoro

I dati del turismo nei piccoli borghi

Nonostante le limitate dimensioni e la lontananza dalle mete turistiche più famose, i piccoli centri rurali e montani sono diventati sempre più un simbolo del nostro Paese e oggi rappresentano non solo un tesoro culturale ma anche una risorsa economica significativa. Secondo recenti studi, infatti, i borghi contribuiscono con circa 5 miliardi di euro all'anno al PIL nazionale e attraggono circa 9 milioni di visitatori, di cui il 32% provenienti dall’estero. A fronte di questo trend positivo, che vede i viaggiatori sempre più interessati a riscoprire le tradizioni e la storia dei borghi e a godere del cosiddetto "turismo lento", si è registrata però una preoccupante tendenza in fatto di spopolamento dei centri.

Molte comunità hanno infatti visto diminuire la loro popolazione a un ritmo molto più rapido rispetto alla media nazionale. I dati Istat rivelano, in particolare, che tra il 2011 e il 2021, la popolazione residente nei "Borghi più belli d'Italia" è diminuita del 4,2%, rispetto a un calo dello 0,7% nella popolazione italiana complessiva. La previsione per il decennio 2020-2030 è ancora più preoccupante, con una diminuzione stimata del 4,4% nei borghi, contro un calo del 2,8% a livello nazionale. Ma come si può affrontare questo fenomeno? Può essere la tecnologia il volano per ridare vita ai comuni più piccoli?

Digitalizzazione: una svolta per i borghi?

In un mondo sempre più connesso, la digitalizzazione è considerata da più parti come lo strumento migliore per invertire la tendenza allo spopolamento nei borghi italiani. L'accesso a una connettività veloce e affidabile può infatti trasformare questi piccoli centri in hub di innovazione e sostenibilità, rendendoli luoghi attraenti non solo per il turismo ma anche per la residenza permanente.

Negli ultimi anni, si è assistito d'altronde a un notevole progresso nella copertura della banda ultra-larga (BUL) proprio nei borghi, che oggi sono coperti da tecnologia "Fiber to the Home" (FTTH) al 63,9% (dato del 2023) contro il 2,2% del 2019, un'evoluzione che non solo riduce il divario digitale tra le aree urbane e rurali, ma apre anche nuove possibilità di sviluppo economico e sociale per le comunità locali.

Segnali positivi arrivano, per esempio, dal deciso aumento di aziende che ricorrono allo smart working e, come conseguenza, di persone che scelgono di vivere in posti più tranquilli lavorando a distanza. Sono sempre di più infatti professionisti, manager e impiegati che stanno riconsiderando le loro esigenze di vita, privilegiando la qualità dell'ambiente circostante e il contatto con la natura rispetto alla vicinanza fisica agli uffici aziendali, potendo limitare gli spostamenti a poche volte al mese.

I lavoratori privilegiano i piccoli centri

Il cambio di prospettiva sembra essere certificato anche dalle statistiche: secondo una ricerca dell'INAPP, infatti, il 41,5% dei lavoratori sarebbe disposto a trasferirsi in un luogo più isolato, mentre il 34,5% sceglierebbe un piccolo centro abitato, dimostrando un'inclinazione verso quella vita più tranquilla e salubre che proprio i piccoli borghi riescono a garantire, specialmente se sostenuta da adeguate infrastrutture digitali.

Altro fattore positivo in tal senso è però il miglioramento della digitalizzazione delle imprese. Nel 2022, il 32% delle aziende nel Nord-Ovest e il 29% nel Nord-Est avevano raggiunto un livello "Alto" o "Molto alto" di digitalizzazione, con il Centro e il Mezzogiorno un po' indietro, con una media del 23%, ma comunque in netta crescita.

 

Le opportunità per i borghi irpini

La provincia di Avellino, con i suoi pittoreschi borghi incastonati tra le colline dell'Irpinia, sembra avere tutto il potenziale per diventare un esempio virtuoso di come digitalizzazione e smart working possano rivitalizzare le aree rurali. I caratteristici centri di quest'area, infatti, non solo offrono paesaggi mozzafiato e una ricca eredità culturale, ma possono anche beneficiare delle nuove dinamiche del lavoro e del turismo.

L'espansione della rete BUL in Irpinia prosegue ormai da tempo, con Open Fiber che di recente ha raggiunto anche Bagnoli Irpino, Teora e Carife, garantendo una connettività ad alta velocità anche nelle aree più remote. Con la creazione di un adeguato contesto socio-economico a fare da base, questo progresso potrebbe risultare essenziale non solo per incentivare le persone del luogo - specie i più giovani - a restare sul territorio, ma anche per attrarre nuovi residenti, supportare le imprese locali e favorire la crescita economica.

L'adozione di soluzioni digitali può, peraltro, migliorare l'accesso ai servizi pubblici, favorire il commercio elettronico e promuovere il turismo. Con una connettività adeguata, i borghi irpini possono insomma diventare destinazioni ideali per i nomadi digitali e per coloro che cercano una vita lavorativa più equilibrata e sostenibile.

Smart working e turismo nei borghi irpini

La combinazione di smart working e turismo può insomma creare un ciclo virtuoso di sviluppo per i borghi irpini. Offrendo un ambiente di lavoro flessibile in un contesto naturale e culturalmente ricco, i piccoli centri dell'avellinese possono attrarre lavoratori da altre parti d'Italia e del mondo, contribuendo all'economia locale e portando, al contempo, nuove idee, competenze e stimoli all'innovazione.

Il turismo, d'altra parte, può beneficiare delle nuove tendenze di viaggio che favoriscono esperienze autentiche e sostenibili, una caratteristica su cui proprio i borghi irpini, con la loro offerta unica di bellezze naturali, tradizioni enogastronomiche e patrimonio storico, possono puntare con forza per capitalizzare sulle preferenze dei turisti moderni.

Investendo in infrastrutture digitali e promuovendo lo smart working, i piccoli centri possono non solo arrestare lo spopolamento, ma anche emergere come comunità di innovazione e qualità della vita. La sfida è significativa, ma con una visione chiara e un impegno collettivo, i borghi irpini possono diventare veri e propri simboli della rinascita del Mezzogiorno e dell'Italia.