Articolo 1: "Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti"
In virtú del crescente sentimento xenofobo alimentato, purtroppo,dalle odierne ondate migratorie e dai recenti fatti di attualitá, distanti dal diritto di espressione e partecipazione alla vita civica e democratica di un paese è doveroso ricordare e diffondere quelli che sono I cardini fondamentali del "Senso Comune", del diritto alla vita, alla dignitá e libertá personale.
Purtroppo, come Émile Durkheim insegnava, i cambiamenti economici incidono su quello che è chiamato come fenomeno dell'anomia.
Tale fenomeno è preponderante nei suicidi e presente nei cambiamenti organici e strutturali di una societá che tende ad individuare, anche nell'odio razziale, il fattore scatenante di una cattiva organizzazione amministrativa e finanziaria di uno stato. Per questo motivo è nostro dovere tutelare la Pace e l'uguaglianza, la libertá e la giustizia sociale in ogni modo e tempo, affinchè, preventivamente, si evitino nuovi disastri umani e umanitari.
Così come riportato all’Articolo 1 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo
(fonte https://www.senato.it/application/xmanager/projects/leg18/file/repository/relazioni/libreria/novita/XVIII/diritti_umani_lingue.pdf) pag 7 di 14; cosí è necessario soffermarci a metabolizzare lo spirito caratterizzante del primo degli articoli di tale Dichiarazione.
La libertà individuale, sacra ed inviolabile, la dignità ed il diritto alla vita,costituiscono il DNA cosciente “di ogni individuo”, di ogni vita, “mai classificabile” per razza o etnia o appartenenza politica o religiosa, bensì come vita umana. Al di lá degli studi genetici dove la scienza svela alla cecità di alcuni che il termine “razza" non è corretto in quanto i fattori migratori, giá nell’antichità, hanno caratterizzato, l’unione di geni e che diversità di pelle ,siano state determinate da fattori ambientali non di classificazione razziale .Si dovrebbe imparare a fermarci ed ascoltare la coscienza, citata nello stesso articolo 1, insieme alla dignità di ogni essere umano, in quanto, probabilmente, le colpe “di un’incapacità amministrativa di un Paese” non dovrebbero mai e poi mai giustificarsi “contra personam” bensì verso criminali che alimentano questo fuoco soffiando su quelli che sono stati ed ancora sono i più grandi crimini contro l’umanità.
È dall’enormità delle prime righe del Preambolo della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani che è basilare e necessario partire verso la costruzione di una società civile, ovvero solo attraverso la”coscienza ed il rispetto della dignità umana”, qualunque ed inviolabile, si puó risanare il problema economico di uno Stato. Rafforzando la comprensione delle necessità delle persone, il rispetto delle loro vite e diritti e della loro coscienza ,in tal modo si puó agire per eliminare quegli ostacoli "criminali" che creano sofferenza ad un'intera popolazione, alla vita umana.
Rif “Preambolo della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo (https://www.ohchr.org/EN/UDHR/Documents/UDHR_Translations/itn.pdf pag 1 di 9 )
"Considerato che il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali ed inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo".
In seno alle libertà individuali sussistono i meccanismi di garanzie sociali che non devono essere concessi, sono inalienabili!